Solo pochi anni fa rischiava l'abbandono, mentre oggi è una coltivazione in pieno rilancio soprattutto grazie al lavoro di una ventina di under 40 che, affiancati dai produttori più esperti, hanno cominciato in massa a ripiantare la varietà storica. Il prodotto di cui stiamo parlando è la Pera Madernassa,Pyrus Communis specialità piemontese tipica della zona del Roero. Una cultivar, originaria del 1700….. Ne hanno parlato in molti, giornalisti e altrettanto autorevoli testate.

Una grande figura come direttore scientifico, il prof. Giorgio Calabrese, alimentarista e medico di fama internazionale, oltre che grande divulgatore ha rivelato alcune proprietà del frutto, che meritano di essere comunicate al grande pubblico di consumatori: "la pera Madernassa è il nuovo frutto dei diabetici, grazie al minimo apporto glicemico (addirittura inferiore a quello della mela Renetta) insieme all'assenza di grassi. Ma non solo: dato l'alto contenuto di potassio, è un alimento ideale per la dieta degli sportivi e dei giovani, oltre a coadiuvare il mantenimento del peso forma grazie a sole 35 kcal per frutto." Ecco perché vale la pena conoscerla meglio e più da vicino!

La Madernassa è una pera, una delle poche varietà di pero di cui è dimostrabile l’autoctonia nel cuneese. La pianta originaria nacque infatti da un seme di libera impollinazione (forse si originò da un seme di Martin Sec) in un appezzamento della Cascina Gavello della Borgata Madernassa, che sorge su una collina esposta a ponente tra i paesi di Guarene e Castagnito in una frazione di Vezza d’Alba, proprio a poche centinaia di metri da dove oggi sorge il ristorante La Madernassa. Pertanto, nel momento in cui dovevamo scegliere come identificare il nostro ristorante, è stato facile scegliere tale nome volendo legare al territorio la nascita e le azioni della nuova attività. La data di nascita della prima pianta di Pera Madernassa, si può stabilire con buona approssimazione, se si pensa che la pianta madre fu abbattuta nel 1914, quando aveva circa 130 anni. Quando cominciò a portare i primi frutti, il proprietario poté apprezzarne la bontà e non appena l’albero si dimostrò rustico e vigoroso, provvide a propagarla sovrainnestandola su alcuni peri. Ben presto i pregi colturali e qualitativi della varietà furono conosciuti dai vicini che iniziarono a coltivarla nei loro poderi e così a poco a poco si estese in tutto il territorio cuneese. In un primo tempo la varietà fu conosciuta con il nome di Gavello. Fin dall’800 veniva commercializzata in tutta Europa per il suo intenso sapore e per la predisposizione come pera da cuocere, caratteristiche gradite, in particolare, ai mercati inglesi e tedeschi. È tra le varietà che compongono l'Arca del Gusto di Slow food e prodotto tradizionale piemontese (P.A.T.) Il frutto è di media grandezza, appiattito alle due estremità, con buccia sottile e liscia con fondo verde che vira al giallo a seconda del livello di maturazione e rugginosità abbondante.

La polpa è di colore bianco crema tendente al giallo, è soda e leggermente profumata, di sapore dolce. Questa pera si presta particolarmente per essere cotta o essiccata grazie alla compattezza della polpa, inoltre dalla sua spremitura a freddo si ottengono ottimi succhi limpidi. Trattandosi di una varietà rustica, presenta una buona tolleranza verso alcune malattie. Negli ultimi due decenni del secolo scorso si sono diffusi impianti intensivi sui terreni pianeggianti e irrigui della Valle Grana. La Pera Madernassa vanta una presenza costante nei frutteti famigliari. La coltivazione si è però concentrata in due aree distinte, entrambe ad elevata vocazionalità: il Roero e la bassa Valle Grana, in particolare i terreni pianeggianti dei Comuni di Valgrana e Caraglio. L’ambiente pedemontano, ad altimetria elevata (600 – 700 m s.l.m.) caratterizzato da estati fresche ed escursioni termiche giorno/notte nel periodo precedente la raccolta molto accentuate, conferisce struttura e consistenza alla polpa, migliorandone la serbevolezza, ma anche la tenuta alla cottura. Qui i terreni sono di origine alluvionale e sono caratterizzati da una favorevole distribuzione delle precipitazioni oltre che da una buona disponibilità irrigua di acque di torrente. L’epoca di raccolta varia in funzione dell’andamento stagionale così come delle diverse condizioni ambientali (area collinare o pedemontana); indicativamente inizia nell’ultima decade di settembre e si conclude ad inizio novembre circa. Presenta una buona conservabilità. Per questo era nel secolo scorso la frutta consumata dai contadini durante l’inverno che la conservavano in luoghi freschi a asciutti insieme ai cachi e alle mele.

Negli ultimi anni, la produzione è di molto diminuita soprattutto nella zona del Roero, ma ha acquistato una maggiore diffusione sul territorio grazie alla nascita di un Consorzio di produttori e all’attenzione di amministrazioni comunali e associazioni (come la Confraternita della pera Madernassa a Guarene) che ne stanno valorizzando caratteristiche e conoscenza. A Guarene viene organizzata ogni anno tra ottobre e novembre una tre giorni di festa denominata “Pera Made Roero” con degustazioni e vendita di prodotti del territorio e soprattutto di preparazioni a base di pera Madernassa come il sidro e le varie creme con nocciole e cioccolato.

Potrà questo frutto costituire una vera alternativa e essere il presupposto per rilanciare un paese e tutta la riva sinistra del Tanaro? Torniamo alla necessità di quella inestimabile forza che può avere solo l’unione di intenti e di passione di un territorio e della sua gente per restare sempre al centro!